lunedì 24 novembre 2008

Norme di comportamento nelle milonghe

Nelle milonghe di Buenos Aires esistono norme di comportamento codificate dalla tradizione nel “modo di invito al ballo”. Non si fa mai una richiesta verbale (giudicata scortese), ma si utilizza il cabeceo, un accenno del capo molto discreto che l’uomo fa e che la donna può o meno ricambiare. Entrati nel salón, infatti, uomini e donne si dispongono ai lati opposti della sala e iniziano a miradar, ovvero a guardare intensamente la persona con cui desiderano ballare (per questo motivo, a dispetto di quel che accade in Europa e nei luoghi non tradizionali, le luci del salón sono abbastanza forti).


Qualora la persona mirada non abbia piacere di ballare con il mirador, declina l’invito voltando gli occhi altrove. Se invece ricambia il desiderio, lo sguardo si fissa sugli occhi del proprio cavaliere (si dice che la mirada se clava). Solo dopo che il gioco di sguardi è durato un bel po’ (per essere sicuri di non fraintendere ed essere fraintesi), la donna china leggermente il mento o abbassa le palpebre, in un gesto di assenso. Anche la donna può iniziare a mirar il ballerino con cui desidera danzare, ma spetta sempre all’uomo fare il cabeceo, nel caso in cui il desiderio sia reciproco.

Il rito si compie durante la cortina che separa le tandas (ogni tanda corrisponde a un gruppo di quattro tanghi): consiste in una sorta di intermezzo musicale, allietato da brani non tangueri, utilizzato per chiudere la tanda e riaprirne un’altra nella quale, appunto, si cambia partner.

Le convenzioni nascono sempre con un motivo ben preciso. Io ritengo che seguire queste semplici regole eviti tanti malumori e frustrazioni, tra i quali, almeno per le donne, dover ballare con partner non graditi perché sarebbe scortese rifiutare.

Le tandas sono studiate rispettando una certa omogeneità di stili, poiché vi sono ballerini che preferiscono ballare solo alcune musiche e altre no e non sarebbe bello iniziare ad impostare un certo tipo di comunicazione con il/la tuo-a partner su una canzone di Pugliese e poi dover passare (magari di malavoglia) a Narcotango… (senza voler imporre i miei gusti a nessuno).

Voi cosa ne pensate?

9 commenti:

libertango ha detto...

A PROPOSITO DI CODICI IN MILONGA

Non sempre questo schema è rigidamente osservato. A volte, il cavaliere se è seduto dalla stessa parte della dama, non potendo incontrare il suo sguardo, si alza e la invita a ballare. In alcuni locali, a volte, succede il contrario, è la dama che invita il cavaliere. Ma questo spesso si verifica quando ci si accorge che è in presenza di un "novizio" oppure, poco intraprendente. Per rompere il ghiaccio e per incoraggiare.
Tanta mierda

maria grazia ha detto...

...dimenticavo anche di dire che le coppie che si siedono dalla stessa parte normalmente vogliono ballare tra di loro (e preferirebbero non essere invitati da altri), immagino che in questo caso sia normale "invitare" la dama (che si sa accetterà in partenza) fuori dai soliti codici.

Naturalmente, come per tutto, esistono delle eccezioni. Ma, lo dice la parola stessa, sono eccezioni.
Da noi l'eccezione è regola, forse per questo lo trovo particolarmente fastidioso.

Bene, ora lo sapete. Gradisco miradas e cabeceos.
Hasta pronto.

Anonimo ha detto...

sono d'accordo con maria grazia e non mi dispiace se la dama prende l'iniziativa. e si può stare certi che non rifiuterò mai.

GiuDer ha detto...

Paese che vai... milonga che trovi.
Buenos Aires, Parigi, Barcellona, Sassari(!?), le "regole" sono spesso differenti. Maria Grazia si riferisce ad un comportamento che forse ai giorni nostri è diventato un'eccezione, che per quanto galante, se messo in pratica, a dir poco fa sorridere (ricordate i romani all'Imbarcadero?). Ciò non toglie che "l'approccio" ad una dama debba essere per lo meno gentile e delicato, daltronde una Signora trova sempre il modo di far capire se gradisce oppure no.
Tango siempre

maria grazia ha detto...

Lungi dall'essere un'eccezione, questo comportamento è applicato in alcune tra le migliori milonghe "portene" (con egne) italiane.
Può piacere o no,(personalmente non lo trovo affatto ridicolo, se per caso qualcuno ha capito così...) sappiate però che c'è gente che preferisce viaggiare per 200Km per andare "esattamente in quella milonga" dove si applicano alla lettera le regole delle milonghe portene, piuttosto che in quella sotto casa. Cosa sarà? Mah.
Tanto per estendere il dibattito vorrei farvi leggere qualche altra opinione tra quelle che io condivido:
http://www.rovigotango.com/chisiamo.html

Infine, GiuDer, toglimi una curiosità: chi sono questi "romani" dell'Embarcadero e soprattutto, cosa hanno fatto? (Mi devo essere persa qualche milonga fondamentale)

Attendo risposta con grande curiosità. :-)

GiuDer ha detto...

(ñ=alt+164)

Personalmente non trovo ridicolo nessun comportamento, sempre che sia fatto con stile e sia sentito (nel senso del sentimento, della passione), ma purtroppo nelle nostre realtà o perlomeno nelle milonghe che ho frequentato e/o frequento, raramente ho assistito ad un cabaceo, se non con fare scherzoso, ridicolizzandolo appunto (forse perché bene o male ci conosciamo tutti o perché in fin dei conti non è nelle nostre corde e ci imbarazza). Iniziative come quella di rovigotango.com sono invece da lodare e se l’associazione alguertango, visti i presupposti dello statuto, facesse proprie tali norme comportamentali sarei felicissimo di imparare ed adeguarmi. Non vorrei proprio essere considerato un “maleducato” in una milonga di Buenos Aires, caso mai…


Per quanto riguarda la coppia di romani all’Embarcadero, malgrado le risatine e le tiratine di gomito del nostro gruppo, a me hanno incantato.

Lui: Impeccabile nel suo abito nero, capello brizzolato e vistosa fascia rossa alla cintura, avanza dritto e calmo sino al centro della pista. Un gigante. Con fare noncurante si aggiusta la giacca e si tira i polsini della camicia.

Lei: Minuta e in carne, stretta nel suo vestitino nero di volants e pizzi, tutta compita, lo guarda seduta al tavolino con sguardo adorante.

Lui: Mano in tasca, volge uno sguardo assente a tutto la sala, sino a quando, mentre la musica di un vecchio tango inizia l’incipit, non posa languido e risoluto gli occhi su di Lei.

Lei: Declina il capo e lo sguardo timidamente, ma è solo un attimo, altezzosa e sorridente regge lo sguardo per secondi e attende.

Lui: Senza perdere la posa alla Tyrone Power, evidentemente compiaciuto, con un movimento leggero del capo la invita a ballare e senza attendere risposta le da le spalle.

Lei: Incrociando i passi, al ritmo della musica, si avvicina da dietro quasi sfiorandolo. Gli gira intorno ben due volte squadrandolo da capo a piè.

Lui: Impassibile si lascia “pesare”, poi si mette in posa e lei accetta l’abrazo e iniziano a danzare: “il tango”.

Magnifici.

maria grazia ha detto...

GiuDer, sei troppo forte!

...e grazie per la "ñ"!

Anonimo ha detto...

"Non potrei mai credere in un Dio che non sà danzare"...........

libertango ha detto...

.... però, ogni tanto, sarebbe bene uscire dalla cerchia e cercare di ballare anche con altri o altre. Per confrontarsi, per verificare se il cavaliere è in "grado" di passare il comando giusto ad altre dame e le dame, viceversa, di capire i "segnali" di altri cavalieri. Gli "interscambi" fanno sempre bene e le regole .....si seguono quelle delle rispettive milonghe o locali vari.
L'unica vera regola dovrebbe essere: Ballare, ballare e ancora ballare.
L.T.